Servizio Civile Nazionale 2015/2016
Servizio Civile Regionale 2013/2014
“Diario di Bordo”
“Stasera sono andata in misery…è la prima volta che ci vado di sera…sensazione diversa…perfino la sede sembra diversa a quest’ora…sembra stanca… ho portato dei biscottini…cosi…per rompere il ghiaccio.
Siamo anche usciti…è la mia prima dimissione da volontaria…abbiamo riportato un signore a casa…siamo saliti col telo…prima di salire in ambulanza ero un po’ agitata…forse perchè manco da un po’, ma una volta li…coi miei amici…a salire i gradini di quel vecchio palazzo…ho ritrovato la complicita’ di parlarsi con gli occhi…di capirsi senza parole. La famiglia ci ha accolto come angeli…ho sentito un paio di pacche sulla spalla…ho sentito il loro calore e la mia mano stringere quella di Roberto…il paziente che abbiamo riaccompagnato. Una volta fuori abbiamo scherzato un po’ fra di noi…mentre sistemavamo l’ambulanza…è un momento che mi piace…è il momento in cui ti senti il cuore sereno…hai ancora negli occhi, gli occhi di chi hai aiutato e puoi sciogliere con un sorriso ai tuoi compagni, l’inevitabile concentrazione che il servizio porta con se. La sera…e l’odore di fiori che sento…accentua il momento!
In sede ci aspettavano i miei biscottini…e chi se ne ricordava?! Vi regalo questo…in attesa di nuove sensazioni….
Volontaria: Silvana-Coci
Poesia
“…………….pronto!!!
Il telefono squilla
che di notte ti sveglia.
Dalla centrale ti dicono: “Presto !”
è lora di andare.
… Sali sul mezzo e come il vento
vai dove,forse, qualcuno ha fatto il suo tempo.
La luce che gira, la sirena che urla
laggiù c’é una folla agitata e balorda
Esanime a terra il ferito é disteso
un giovane uomo grande e maestoso.
Il medico osserva e torce la bocca
ahimè, la morte, dichiarare gli tocca.
Per il giovane uomo non c’é niente da fare
e l’drenalina dovremmo scaricare.
Non c’è il tempo di farlo perché un altro squillo
ti avverte che non puoi stare ancora tranquillo.
Un’altra urgenza ti viene assegnata
e dalla mente devi aver cancellata
la foto dell’uomo disteso sul fianco
al quale la sorte non é stata accanto.
Il pensiero rimbalza a quel che vedrai
e ogni volta da qui, ricomincerai”
I.P. Omar Ezio Stagi
Come si svolge la serata tipo di un Volontario ??
E’ giovedì, sono le 22:30, è una gelida serata di gennaio, e scommetto che il 99% degli italiani è sdraiato sul divano, al calduccio, io no, sono di servizio sull’ambulanza stasera.
Dopo cena mi lavo il viso per scrollarmi di dosso la stanchezza di una giornata di lavoro, infilo la divisa, e prima che il sonno e la pigrizia mi assalgano, mi dirigo verso la sede della Misericordia che la mia mamma dice che ormai è la mia seconda casa, potrei andarci a vivere !!
Sembra una serata tranquilla, quattro chiacchiere con gli altri davanti alla tv, il telefono non squilla, la radio tace, nessuna emergenza neppure per le altre associazioni, siamo tutti rilassati e chissà che stasera non sia la serata in cui riusciamo a riposarci pure noi !!
All’improvviso due squilli del telefono squarciano il silenzio e sovrastano il chiacchiericcio della tv, ci voltiamo di scatto: è la linea del 118, dobbiamo uscire !!
Sono anni ormai che faccio la volontaria ma ogni volta mi assale la stessa paura, riuscirò a far tutto bene ??
Purtroppo non c’è tempo di perdersi in riflessioni, si tratta di un Codice Rosso – pericolo di vita – e bisogna agire in fretta, salto in ambulanza e m’infilo i guanti, schizziamo via con la sirena accesa, ma quel suono assordante non mi da più fastidio, all’inizio mi bucava il cervello, ormai non ci faccio nemmeno più caso.
Durante il viaggio ripasso la procedura adatta per quella situazione, arriviamo e con tutta l’attrezzatura, saliamo in casa, odori, profumi tipici della vita di una famiglia come tante, ci accolgono, si tratta di una signora non più giovane che all’improvviso si è sentita male, forse ha avuto un infarto, mi guardo intorno un po’ smarrita e, mentre il dottore inizia la sua indagine, mi domando cosa possa servire, cosa potrei preparare ??
Il cuore mi batte forte e comincio a sentire caldo, a volte devi agire così in fretta che non hai nemmeno tempo di toglierti la giacca, così resti lì, tutto sudato e rosso come un peperone, mentre cerchi di concentrarti e fare del tuo meglio.
Il medico ci guida durante la procedura per stabilizzare le condizioni della signora, elettrocardiogramma, ossigeno, ago cannula, flebo, il medicinale iniettato con una siringa, in questi momenti si deve agire così in fretta che le mani si muovono quasi da sole, nonostante l’emozione.
Ora che le condizioni sono stabilizzate, bisogna portare la paziente al pronto soccorso !!
La figlia della paziente ha gli occhi arrossati di pianto e smarriti, vorrei rassicurarla ma non ho tempo, mi limito a sorriderle per infonderle un po’ di fiducia e positività.
L’ambulanza riprende la corsa con la sirena accesa, il viaggio verso il pronto soccorso è il momento peggiore, fin dal primo giorno, all’improvviso mi assale l’angoscia, ho paura che la situazione precipiti, guardo il dottore, poi la paziente, poi di nuovo il dottore,ma per ora è tutto ok.
Il paziente è nelle mani della squadra di cui faccio parte, qualunque cosa accada prima dell’arrivo in ospedale, saremo noi a doverlo aiutare, anche dopo anni, la paura di non esserne in grado, il timore che ciò che si fa non sia sufficiente per aiutarlo, è vissuta con angoscia.
Non riesco nemmeno a finire questi pensieri che siamo arrivati: tutto è andato bene,ora mi aspetta l’ultimo sforzo, portare la paziente nella stanza n. 3, ma mi sento talmente sollevata che lo faccio quasi di corsa !!
Prima di uscire faccio gli auguri alla signora, forse non mi sente neppure, ma è un’abitudine che ho da sempre, da quando faccio la volontaria, non lascio mai qualcuno senza prima di avergli augurato buona fortuna, mi sembra un modo per stargli vicino.
Mi sfilo i guanti con gesto liberatorio e, diciamocelo, un po’ cinematografico e seguo gli altri che risalgono in ambulanza per rientrare in sede, ora avrei bisogno di riposo, e di una boccata d’aria nella notte fredda per scrollarmi di dosso l’adrenalina, ma devo stare in guardia, il telefono potrebbe squillare ancora da un momento all’altro …. Chissà ….
Vissuto e raccontato da: Donna Speciale
Scarica il racconto in pdf ——>> Come si svolge la serata tipo dei volontari ??
Veronica e Lara
Desideravamo farvi un piccolo pensiero in ricordo di questo anno passato insieme.Un grazie di cuore a tutti i dipendenti, ad Eliseo, Gigi e Assunta per averci affiancato durante il nostro anno di SCN 2010.Ci sono stati giorni tristi ed altri allegri ma quando entravi in Misericordia trovavi sempre qualcuno disposto ad ascoltarti.Sono infiniti i ricordi di questi giorni passati insieme come le dita secche di Mirko quando faceva il solletico, i miliardi di brontoli al Barbu perché non si rasava mai, lo Waka Waka di Diego e le sbuffate alle sue spalle perché era troppo pignolo, la Zia Nella che prendevamo in giro perché nel crescere ha perso la speranza di avere un sedere. Abbiamo il ricordo di Marco sempre alla ricerca di “ciccia fresca” ma che si accontenta solo di riempirsi gli occhi, e la Daniela con la quale ti spanciavi dalle risate andando a fare i servizi. Il Morbido quando desiderava il bellissimo cappello bianco con la visiera e Gigi che non parcheggia il Caddy perché non vuole ammettere che non ci riesce, l’Assunta che la mattina alle 8 già ti raccomandava mille cose che te non riuscivi a ricordare. E poi Eliseo, il Colonnello, che entrando in Misericordia strisciava i piedi come i serpenti e silenzioso fregava le caramelle lasciando la carta nel recipiente.Potremmo starci ore a scrivere i miliardi di ricordi. Il ricordo di quest’anno rimarrà per sempre nei nostri cuori sperando anche un po’ nei vostri, abbiamo cercato di dare il meglio di noi stesse con la speranza di aver contribuito alla crescita dell’associazione.
Con affetto Veronica e Lara.